Emergenza Coronavirus: in 6 regioni italiane, fino al 15 marzo 2020 e salvo future proroghe, lo smart working è attivabile in via provvisoria anche senza un accordo scritto con il dipendente.
Come già accaduto in occasione del crollo del ponte Morandi, l’art. 2 del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 25 febbraio 2020, il lavoro agile diventa uno strumento per conservare l’operatività dell’organizzazione per i datori di lavoro con sede in Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Veneto e Liguria e, in caso di aziende con sede al di fuori dalle aree a rischio, per i dipendenti residenti nelle cosiddette zona “rossa” e “gialla”.
Resta fermo il rispetto delle norme previste dalla legge 81/2017 e, tra queste, l’obbligo di rendere l’informativa sui rischi per la salute e sicurezza del lavoro, obbligo che può essere adempiuto in maniera “agile”, per via telematica con l’invio di una mail al dipendente, utilizzando i moduli che saranno disponibili sul sito Inail.
Attenzione però, continua a sussistere l’obbligo di effettuare in via telematica la comunicazione preventiva ai servizi competenti per l’attivazione dello strumento.
Nella difficoltà del momento, questo periodo potrebbe essere considerato un “test” per le aziende che valuteranno le potenzialità dello smart working e valutare se riproporlo anche in condizioni di normalità.