Nella nostra newsletter del novembre scorso avevamo raccontato i vantaggi e il funzionamento delle Comunità Energetiche Rinnovabili, nell’attesa che venisse concluso l’iter legislativo in corso. A distanza di qualche mese, torniamo sul tema, dal momento che è stato finalmente approvato il decreto. Vediamo nel dettaglio quali sono le novità.
Pare essere finalmente terminata la lunga attesa per vedere l’avvio delle Comunità Energetiche Rinnovabili. Lo scorso 6 dicembre, infatti, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha firmato il cosiddetto “Decreto CER” che, dopo aver ottenuto il via libera della Corte dei Conti, è entrato in vigore il 24 gennaio 2024. Il Decreto, al fine di incentivare la realizzazione delle CER, in primo luogo, prevede la possibilità di accedere ad un contributo a fondo perduto finanziato dal PNRR per un ammontare che potrà raggiungere il 40% dei costi ammissibili per gli impianti da realizzare ex novo o dei costi sostenuti per l’attività di potenziamento di un impianto già esistente. L’importo varierà in base alla potenza dell’impianto. Tale prima agevolazione è riservata agli impianti siti in comuni sotto i cinque mila abitanti e con una potenza complessiva pari almeno a 2 GigaWatt, che dovranno entrare in funzione entro 18 mesi dall’ammissione all’incentivo e, comunque, entro il 30 giugno 2026.
Quanto al resto del territorio nazionale, è stata invece pensata una tariffa incentivante sull’energia rinnovabile prodotta dalla CER stessa e auto-condivisa dai suoi membri che il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) dovrà riconoscere per 20 anni dal momento in cui entra in esercizio l’impianto. Gli interessati dovranno presentare domanda di accesso agli incentivi entro e non oltre il 31 marzo 2025. Si tratta di due iniziative volte a promuovere lo sviluppo delle CER in un’ottica di sostenibilità che punta sul coinvolgimento dell’intera comunità – a partire dai privati, passando per imprese e cooperative – nel raggiungimento degli importanti obiettivi di decarbonizzazione che l’Europa si è posta per il 2030. Gli operatori, laddove abbiano i requisiti previsti dal Decreto per accedere ad entrambi gli incentivi, potranno anche cumularli. Per poter usufruire di tali benefici, i soggetti interessati dovranno presentare apposita domanda di ammissione tramite il sito del Gestore dei Servizi Energetici che verificherà l’idoneità o meno del richiedente ad accedervi. Una volta concesso, il contributo potrà essere revocato nel caso di perdita di uno dei requisiti necessari per beneficiarne, di informazioni mendaci, di violazione di principi generali di tutela dell’ambiente o di mancato rispetto dei termini per realizzare gli impianti: sarà interessante vedere come verranno organizzati i controlli in merito a quanto sopra.
Venerdì scorso sono state pubblicate le Regole Operative – approvate dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) – con le procedure per accedere agli incentivi. Ma non finisce qui. Partirà a breve il progetto InsiemEnergia, un tour per l’Italia del GSE, che con le Faq pubblicate sul sito del MASE e il potenziamento dei canali di supporto si inserisce nel contesto di una serie di iniziative volte a orientare sempre di più i cittadini e le imprese verso un consumo dell’energia rinnovabile.