Con l’entrata in vigore del Regolamento Ecodesign, l’UE compie un passo significativo verso una maggiore sostenibilità dei prodotti. Il nuovo quadro normativo persegue l’obiettivo di integrare i principi dell’economia circolare e della progettazione ecocompatibile in un’ampia gamma di beni, promuovendo l’efficienza delle risorse e riducendo l’impatto ambientale lungo tutto il ciclo di vita dei prodotti, dall’ideazione allo smaltimento, in linea con il Green Deal Europeo e l’Accordo di Parigi.  

ll Regolamento introduce una serie di requisiti rigorosi per garantire che i prodotti rispettino elevati standard di progettazione ecocompatibile, adottando un innovativo approccio olistico alla sostenibilità, che non si limita a criteri energetici, ma abbraccia l’intero ciclo di vita di un prodotto, dalla produzione allo smaltimento, promuovendo durabilità, riparabilità e riciclabilità.


La normativa Ecodesign si applica a un’ampia gamma di beni fisici, tra cui i componenti e i prodotti intermedi, immessi sul mercato o messi in servizio, a eccezione di specifiche categorie come alimenti, medicinali e veicoli già disciplinati da normative settoriali.


I requisiti di progettazione ecocompatibile assicurano che i prodotti non diventino precocemente obsoleti per motivi quali le scelte di progettazione, l’uso di componenti notevolmente meno robusti di altri, gli ostacoli allo smontaggio di componenti chiave, l’indisponibilità di informazioni utili alla riparazione o di pezzi di ricambio, la cessazione del funzionamento del software una volta aggiornato il sistema operativo o la mancata fornitura di aggiornamenti del software.


Un’importante innovazione nell’ambito degli obblighi informativi introdotti dal Regolamento è il Passaporto Digitale di Prodotto, che fornirà informazioni cruciali per i consumatori e le imprese, favorendo decisioni d’acquisto consapevoli e promuovendo la trasparenza sull’impatto ambientale dei prodotti, e agevolerà le autorità pubbliche nel monitorare la conformità dei prodotti.


I beni potranno essere immessi sul mercato solo se è disponibile un Passaporto Digitale di Prodotto e ogni prodotto sarà dotato di un identificativo univoco associato a un supporto dati presente fisicamente sul bene o sull’imballaggio.


Entro il 2026, la Commissione dovrà istituire un registro digitale nel quale verranno conservati almeno gli identificativi univoci dei prodotti, nonché istituire e gestire un portale web accessibile al pubblico che consente ai portatori di interessi di ricercare e confrontare i dati contenuti nei Passaporti Digitali di Prodotto.


Il Regolamento introduce anche nuove norme per evitare la distruzione dei prodotti di consumo invenduti. Dal 2026, le imprese saranno obbligate a ridurre al minimo la distruzione dei beni invenduti, divulgando informazioni dettagliate sulla quantità e motivi di tali distruzioni, oltre a descrivere le misure adottate e pianificate per prevenire la distruzione dei prodotti. Questa disposizione, pensata per ridurre gli sprechi e promuovere il riuso, si applicherà progressivamente, con esenzioni al momento per le micro e piccole imprese.


La normativa non solo migliorerà l’impatto ambientale dei prodotti, ma stabilirà anche standard armonizzati per il mercato interno europeo, così da garantire la libera circolazione dei beni sostenibili all’interno dell’UE, eliminando le barriere nazionali e promuovendo la competitività delle imprese che dovranno adeguarsi a standard ambientali sempre più elevati.