Vai al contenuto

I principi ESG sono centrali e strettamente connessi allo strumento della rigenerazione urbana. Infatti, il futuro sviluppo delle città non può che essere inclusivo e sostenibile. La rigenerazione, attraverso la pianificazione urbanistica, è lo strumento operativo principale attraverso cui le città possono affrontare le sfide del futuro, in primis quella della crisi climatica. Ma non si tratta solo di questo: i principi ESG, oltre a portare efficienza energetica, infrastrutture verdi e mobilità sostenibile, rispondono alla necessità delle comunità locali promuovendone la partecipazione nel processo e garantendo un accesso trasversale ai futuri spazi e servizi.

Per rispondere al tema del vantaggio competitivo, è lampante che le rigenerazioni urbanistiche creino opportunità e valore aggiunto agli sviluppi immobiliari. Non si tratta di meri interventi di rifunzionalizzazione di spazi e/o immobili, bensì di operazioni che cambiano il destino di un’area aumentandone il valore commerciale. Resta comunque un vantaggio paritario anche per il pubblico perché, alla chiusura dell’operazione attraverso la realizzazione di opere pubbliche, gli viene restituito un pezzo di città che ha già vinto le sue sfide.

È una priorità per il nostro Gruppo. Covivio condivide l’obiettivo degli Accordi di Parigi di limitare l’innalzamento della temperatura globale a 1,5°C. Per rispettare quest’impegno è necessario abbattere le nostre emissioni di CO2 del 40% entro il 2030. Il controllo della nostra traiettoria ci dice che a fine 2023 avevamo già raggiunto una diminuzione del 26%. 

La nostra politica passa ovviamente attraverso l’utilizzo di tecnologie avanzate e soluzioni innovative nei nuovi progetti. Cito l’esempio virtuoso all’interno dello sviluppo di Symbiosis a Milano, dove abbiamo investito anche sul riutilizzo e la rifunzionalizzazione di parti industriali del sito esistente come una ciminiera ed una torre piezometrica, trasformandole in elementi innovativi altamente efficienti e integrati. È un progetto importante, che è diventato un benchmark in materia di qualità e sostenibilità nel panorama milanese. Tutti i nostri progetti in generale seguono i principi di resilienza e durabilità, puntano al futuro e garantiscono la flessibilità d’uso che consente di adattarsi alle esigenze che dovranno venire.

Come detto, la parola d’ordine è durabilità, non solo intesa applicata ai materiali, ma da intendersi come capacità degli spazi e dei luoghi di adattarsi alle esigenze socioeconomiche della città. Non entro nel merito tecnico dello sviluppo del progetto del Villaggio Olimpico perché è di competenza di un altro operatore, ma posso sicuramente affermare che rappresenta un esempio di rigenerazione e pianificazione urbana post-evento. L’utilizzo del complesso “villaggio” per la fase olimpica è solo un transitorio, in realtà è parte del più ampio piano integrato d’intervento dello Scalo di Porta Romana.

L’uso finale del Villaggio è definito nel piano e prevede la conversione in uno studentato convenzionato che risponde alla crescente domanda di alloggi universitari a Milano.

Questo approccio flessibile, che si adatta alle reali esigenze, evita il rischio di avere spazi inutilizzati e garantisce una legacy coerente con l’evoluzione storica dell’area.

Covivio adotta un approccio partecipativo, basato sul dialogo continuo con tutti gli stakeholder interessati. Nei progetti di rigenerazione urbana, la collaborazione con la pubblica amministrazione è centrale perché il driver del processo è il Pubblico. Spetta al Pubblico tenere in considerazione le aspettative della popolazione residente e declinarle nelle linee d’indirizzo perché garantiscano il bilanciamento degli aspetti sociali del progetto. Spetta al Pubblico, in alcuni momenti dell’iter urbanistico, attraverso l’ascolto e la partecipazione, rendere trasparente il processo. Spetta al Pubblico garantire la futura trasversalità dei progetti, ad esempio attraverso il mix funzionale.

Dal canto suo il Privato può lavorare per progettare spazi inclusivi ed accessibili, valorizzare le identità storiche e culturali preesistenti, può ad esempio introdurre nelle aree commerciali anche spazi convenzionati che favoriscano un’utenza variegata e non privilegiata. Questo approccio aiuta a prevenire fenomeni di gentrificazione, l’aumento dei prezzi e il conseguente abbandono di questi luoghi da parte di chi vi ha sempre abitato, con il rischio di far perdere all’improvviso l’identità storica che li caratterizza, trasformandoli in aree senza personalità.

Il futuro del settore immobiliare è strettamente legato alla rigenerazione urbana e al Green Deal europeo. Gli immobili devono essere progettati con flessibilità, considerando le sfide della crisi climatica e i cambiamenti storico/sociali. Questo significa sviluppare spazi ed edifici che possano adattarsi a diverse funzioni nel tempo, come uffici, residenze o aree commerciali: l’obiettivo non è progettare immobili iperfunzionalizzati, ma edifici che tengano conto anche del tema futuro, del riuso.

A conclusione di quanto sopra già detto penso e ribadisco che “resilienza” sia la parola che meglio rappresenta il valore della sostenibilità (anche se il termine oggi molto si spreca). Un progetto sostenibile deve essere economicamente bilanciato, avere un alto livello qualitativo, ma durare nel tempo, adattarsi e garantire attrattività anche nella sua seconda e/o terza vita.