Roberta De Natale, CRAI/ Food 5.0
In che modo la sostenibilità sta contribuendo, o meno, alla vostra performance economica?
Il percorso di sostenibilità del nostro gruppo è iniziato in modo strutturato con il lancio del progetto CRAI Futura nel 2023, che ha rappresentato un momento chiave per il rilancio e la riorganizzazione dell’azienda. Il primo bilancio di sostenibilità, relativo all’anno 2023, ha permesso di integrare in maniera concreta il percorso ESG all’interno del piano industriale, una connessione che ha reso la sostenibilità non solo un valore, ma anche un elemento strategico della nostra crescita.
Inoltre, nel maggio 2024 abbiamo intrapreso il percorso di Società Benefit, assumendo formalmente l’impegno di generare un impatto positivo per la collettività e l’ambiente e integrandolo nei nostri obiettivi di business. Questa decisione ha segnato un ulteriore passo avanti verso la consapevolezza e la responsabilizzazione della Governance e di ognuno nella realizzazione degli obiettivi di beneficio comune.
Uno degli aspetti più rilevanti e, direi, fondativi, è il forte legame con il territorio: il Gruppo Crai è presente in oltre 1000 comuni italiani, con una rete di 1800 punti vendita gestiti da 1300 imprenditori, l’85% dei quali sono aziende familiari. Questo storico radicamento ci permette di approcciare la sostenibilità come un processo collettivo, che coinvolge sia la sede centrale, sia le sedi territoriali e gli imprenditori locali, in un percorso condiviso di crescita responsabile.
Serve una strategia adattabile ai territori, che consenta agli imprenditori locali di adottare pratiche sostenibili senza subirne il peso operativo. La sede centrale sta assumendo un ruolo più attivo, integrando la logica di servizio con un ruolo di guida e coordinamento, affinché la transizione sostenibile sia omogenea e misurabile su tutto il network.
Uno dei progetti più innovativi e rappresentativi è la costituzione, a partire dalla fine del 2023, del Board dei Giovani, un gruppo di 12 collaboratori tra i 23 e i 35 anni, che nasce con l’obiettivo di essere un organo consultivo che risponde direttamente all’amministratore delegato e lo supporta nella realizzazione di progettualità strategiche per l’organizzazione. Questo strumento ci permette di integrare nuove sensibilità nel percorso di trasformazione dell’azienda, allineandoci alle esigenze delle nuove generazioni di professionisti.
Qual è l’investimento più rilevante che avete fatto nell’ultimo anno per migliorare la sostenibilità, e che risultati ha portato?
Considerata la natura e l’articolazione della nostra rete sui territori, uno degli investimenti più significativi è stato quello relativo alla razionalizzazione della gestione logistica. Nello specifico, abbiamo centralizzato la logistica di prodotti cura casa e cura persona e di una parte consistente dei prodotti a nostro marchio privato, migliorando l’efficienza della supply chain, riducendo l’impatto ambientale legato al trasporto e allo stoccaggio delle merci.
Un’altra iniziativa chiave è stata la creazione dell’Accademia CRAI, un progetto formativo sviluppato in collaborazione con l’Università di Parma, che mira a formare store manager, imprenditori e figure chiave della nostra organizzazione sulle tematiche oggetto del piano industriale. A partire dal 2025 l’offerta formativa sarà ampliata con moduli specifici dedicati alla gestione ESG e Società Benefit, affinché la sostenibilità diventi un asset consolidato delle strategie di crescita del Gruppo.
Abbiamo avviato, inoltre, il Progetto Qualità, che non riguarda solo il rispetto delle normative, ma anche il miglioramento continuo dell’esperienza nei punti vendita. Questo programma prevede la definizione di una “cassetta degli attrezzi” per la corretta gestione dei negozi, con particolare attenzione ai reparti del freschissimo, e di un programma di supporto e formazione personalizzati.
Uno specifico focus riguarda la gestione delle eccedenze, volta a ridurre gli sprechi e ottimizzare le performance ambientali ed energetiche dei negozi, anche attraverso lo sviluppo di sistemi avanzati di monitoraggio.
Come valutate i progressi in sostenibilità rispetto ai vostri obiettivi a lungo termine?
Il primo bilancio di sostenibilità ha rappresentato un passaggio fondamentale per misurare i nostri impatti ed impostare concretamente il Piano di Sostenibilità di medio e lungo periodo.
Essere una Società Benefit ci impegna in un processo che ci consente di misurare concretamente il valore creato, andando oltre le sole metriche finanziarie: la sostenibilità deve essere non solo perseguita, ma anche dimostrata e documentata con indicatori chiari. La Valutazione d’Impatto, un processo obbligatorio per le SB, ci permette di quantificare con precisione il valore generato dalle nostre iniziative di sostenibilità. Questo aspetto è essenziale per garantire trasparenza e credibilità, evitando il rischio di greenwashing e dimostrando in modo concreto l’efficacia delle azioni intraprese.
Qual è la sfida più grande che avete incontrato nell’integrare la sostenibilità nel modello di business? E quale il successo di maggiore soddisfazione?
Con un gioco di parole, potremmo dire che la sfida principale è quella di rendere la sostenibilità sostenibile, anche dal punto di vista economico. Per farlo, dobbiamo costruire un ecosistema di supporto che permetta all’Organizzazione nel suo complesso e agli Imprenditori di adottare pratiche ESG minimizzando i costi e la complessità gestionale.
Un’altra sfida è la misurazione dei risultati: trasformare numeri grezzi in dati utilizzabili e poi in informazioni strategiche è un processo complesso
Un asse strategico e di successo è il nostro approccio industriale allo sviluppo della marca privata (MDD). La tematica del benessere legato ad una alimentazione sana e accessibile rientra negli obiettivi di sviluppo di Linee dedicate. Ne è un esempio il lancio della nuova linea di prodotti arricchiti in vitamina D, sviluppata con il supporto scientifico di un team di esperti.
Il suo settore di riferimento come pensa che evolverà in rapporto alle tematiche riguardanti la sostenibilità?
Uno dei trend chiave è la crescente centralità della marca privata (MDD), che da semplice alternativa economica sta diventando vera e propria ambasciatrice dell’impegno nei confronti della sostenibilità. Questo cambiamento sta spingendo il settore verso una maggiore collaborazione tra industria e distribuzione, con l’obiettivo di migliorare i processi produttivi, ridurre gli sprechi e ottimizzare il packaging.
Un aspetto importante è l’integrazione efficace tra industria e distribuzione: non basta comunicare la sostenibilità, è necessario costruire insieme ai fornitori processi di produzione più efficienti, ridurre gli sprechi lungo la filiera e lavorare su packaging sostenibili.
Infine, la digitalizzazione dei processi di monitoraggio diventerà sempre più rilevante: misurare gli impatti ambientali e sociali sarà una leva chiave per accedere a finanziamenti agevolati, per comunicare in modo trasparente i risultati e rafforzare la reputazione aziendale.
Se doveste misurare il valore della sostenibilità in una parola, quale scegliereste e perché?
Sostegno e ascolto.
Sostegno, perché la sostenibilità deve essere accessibile a tutti. Il nostro obiettivo è creare strumenti concreti che rendano il cambiamento attuabile senza pesare sulle singole realtà imprenditoriali.
Ascolto, perché la sostenibilità non può essere imposta, ma deve nascere dal confronto con imprenditori, clienti, fornitori e stakeholder. Solo attraverso un dialogo aperto possiamo sviluppare soluzioni efficaci e condivise.